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biglietti:
€12
ridotti x convenzioni: €10
tessera: €3.
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dal 3 al 7 aprile 2024
da mercoledí a sabato ore 20,45 – domenica ore 17,30
L‘ANALFABETA
di Agota Kristof
La messa in scena
Lo spettacolo è un ponte tra lo spettatore e l‘autrice che diventa una riflessione sull‘arte di scrivere,
un omaggio alla letteratura.
Un viaggio reale compiuto da Agota, ma anche un viaggio dentro di lei.
Il viaggio come momento di cambiamento, di crisi, dove in ogni tappa c‘è una prospettiva diversa su temi
duri, multiformi come l‘infanzia, la frontiera, l‘appartenenza, la memoria.
Per gli spettatori è un viaggio attraverso i sensi, un continuo viaggio nel tempo, dove
le immagini prendono vita davanti a loro fra luci e forme, attraverso un unico elemento, una
stoffa che trasforma tutto continuamente e li accompagna, come nel “Filo di Arianna”,
nel labirinto del passato, del presente e del futuro, senza una sequenza logica temporale,
fidandosi della mente che, con i ricordi, ricollega tutto come vuole e dove vuole.
Nel rituale attrici sono Agota separatamente o insieme, come diversi colori della
stessa persona, o nessuna, per sparire e trasformarsi in spazi, personaggi, paesaggi,
un mondo dove si alterna il protagonismo.
Sarebbe stato ugualmente interessante dare vita alla storia di Agota se non avesse avuto
un successo di fama mondiale nella letteratura?
Sí, per il fascino di guardare la vita di una donna che attraverso i cambiamenti
ha dovuto creare “un senso” ad ogni cosa, ad ogni avvenimento, ma piú
precisamente il suo “non senso”: lo scrivere, scrivere. . .
durante tutta la sua vita, senza nessuna illusione, né scopo, o speranza.
È questo che la salva e che fa pensare gli spettatori.
Nello spettacolo le musiche e le voci accompagnano i ricordi.
Sono canti antichi o moderni che convivono in Agota, come in sogni in cui non si distingue
tutto, e in questo modo le assicurano che il passato non fu solo un ricordo.
Cosí la “messa in scena” si avvicina a noi, impostata come i nostri sogni,
con fantasia e libertà, oppressioni e incubi; è come vedersi in un filmato,
ma non solo; ci provoca, come Alice, ad andare dall‘altro lato dello specchio.
Gastón Troiano
Agota Kristof ha scritto i romanzi: “Il grande quaderno”, “La trilogia della
città di K”, “La prova”, “La terza menzogna”,
“Ieri”, “La vendetta” e per il teatro “La chiave
dell‘ascensore. L‘ora grigia”.
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